Angelica selvatica è una grande pianta erbacea perenne, con fusti eretti, alti 50-150 cm. E’ comune in tutt’Italia (con esclusione forse
di Puglia e Sardegna) dal piano fino a 1600 m di quota. Abbondante nel Bresciano, soprattutto nella pianura dove si incontra facilmente lungo i fossi, i margini dei campi, boschi e ambienti umidi. Indica presenza di acqua.
Angelica selvatica ha, sebbene di valore inferiore, le medesime proprietà dell’angelica vera o gentile Angelica archangelica: la radice, raccolta in autunno e in primavera, va essiccata (fresca contiene un olio essenziale che ha forte azione irritante e vescicatoria). Questa ed i frutti contengono esteri di vari acidi organici, cineolo, fellandrene, un terpene, angelicina e acido angelicico, acido valerianico, resorcina, tannini, cumarine, furocumarine, zuccheri, resine, vitamina C, ecc. Ciò conferisce a questa pianta proprietà stimolanti, digestive ed eupeptiche, carminative, espettoranti e antispasmodiche.
Alcuni preparati sembra abbiano azione positiva per combattere la psoriasi. L’estratto della radice entra nella composizione di acque sedative e liquori digestivi; combatte l’acidità di stomaco, le atonie gastriche e l’aerofagia. Chi soffre di inappetenza, meteorismo, dispepsie e ha problemi digestivi troverà in quest’erba sicuro giovamento. E’ controindicata per le persone che soffrono di ulcera gastrica e duodenale e si consiglia di non esporsi a lunga insolazione durante l’impiego di preparati con angelica (le furocumarine possono causare allergie e scottature alla pelle). “…la radice masticata, e messa nelle concavità dei denti vi mitiga il dolore; e fa così buon fiato, che occulta l’odore dell’aglio, e il puzzore della bocca.” Con queste parole il celebre Pier Andrea Mattioli, nei suoi “Discorsi”, inizia a descrivere le numerose virtù di questa pianta. In estate le eleganti ombrelle fiorite richiamano innumerevoli insetti ed emanano un soave profumo. I ragazzi in campagna si divertono ancora a costruire cerbottane, pifferi e schioppettini con i suoi fusti cavi seccati. Occorre fare molta attenzione a non confondere l’angelica con altre ombrellifere velenose come la cicuta o lo spondiglio, nel dubbio consultate un esperto botanico.
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